29 marzo 2019
L’arrivo di Xi Jinping in Italia coincide con il ritorno alla grande cooperazione culturale e commerciale tra Italia e Cina. Sotto il piano culturale-storico, questo trattato è sancito dal rimpatrio in territorio cinese di centinaia di relique e opere d’arte perdute.
Il Ministro della cultura e del turismo cinese, Yu Shugang, e il ministro per i beni e le attività culturali italiano Alberto Bonisoli in qualità di rappresentanti dei rispettivi governi hanno firmato a Roma un trattato che certifica il rimpatrio di 796 relique culturali cinesi andate perdute.
Dopo dieci anni di cooperazione tra i dipartimenti culturali cinese e italiano, queste relique che per tanti anni sono risultate disperse, sono finalmente state ritrovate.
Si tratta del rimpatrio di relique più grande degli ultimi 20 anni ed è anche il primo successo degli accordi bilaterali tra i due governi per prevenire il traffico illegale di cimeli culturali. Questo risultato non è soltanto una pietra miliare nel rafforzamento del rapporto culturale tra i due paesi, deve essere anche un esempio per favorire la cooperazione tra Stati.
Il viaggio verso casa delle reliquie non è stato facile. La storia di questi cimeli risale al 2007, quando la gendarmeria italiana nel corso di un importante operazione, fermò un gran numero di trafficanti di cimeli storici e immediatamente aprì dei processi a loro carico.
Nel 2014 il tribunale italiano emise finalmente una sentenza a favore della parte cinese, ma il giudizio finale non fu’ poi emesso a causa della chiamata di altre parti in causa.
Dopo una lunga diatriba, finalmente a inizio 2019, il tribunale italiano si pronunciò per la restituzione di queste relique culturali alla Cina. Dopo 12 anni di infinite ricerche e lotte burocratiche, finalmente le relique che erano andate perdute posso tornare in braccio alla madrepatria.
Secondo la spiegazione di alcuni esperti del settore, queste 796 reliquie culturali erano state portate alla luce principalmente nelle province dello Shaanxi, Shanxi, Henan e Jiangsu , e sono oggetti che risalgono dall’età della pietra fino alle prime dinastie Qing e Ming.
Tra questi pezzi di inestimabile valore, risalgono alcune collezioni di ceramiche che appartengono ai primi anni delle dinastie Qing; questi cimeli sprigionano tutta la bellezza e la raffinatezza dell’arte orientale.
Tra le reliquie spiccano; un elegante vaso di terracotta in argilla rossa risalente alla Neolithic Majiayao Culture, un elegante vaso della dinastia Han. guerrieri di terracotta della dinastia Tang, porcellana smaltata nera della Dinastia Song e un’elegante vaschetta di sabbia viola della dinastia Qing.
Un gran numero di queste testimonianze ci permette di raccontare attraverso gli oggetti la cultura e il modo di vita di alcune delle dinastie Han,Tang e Ming, e soprattutto di rappresentare le credenze ideologiche e le convinzioni dei popoli che vivevano nella valle del fiume e i rapporti tra le diverse culture.
Il nuovo sistema di cooperazione internazionale oltre ad essere un sistema innovativo e prezioso per la risoluzione del problema della perdita di cimeli storichi, possiede anche un ruolo principale nel riesumare il sistema di relazioni tra Italia e Cina che si era man mano affievolito.
La Cina e l’Italia sono entrambi paesi con una tradizione culturale antichissima, perciò combattere la tratta illegale di cimeli storici e in secondo luogo favorire il ritorno di queste relique alla madre patria significa salvaguardare un patrimonio culturale mondiale.
Il rapporto di completa collaborazione e lavoro collettivo, certamente avrà un impatto positivo e di vasta portata sul ritorno alla collaborazione reciproca tra stati e sulla lotta ai traffici illegali di reliquie storiche.
Alessio Ragazzoni